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25 febbraio 2011 5 25 /02 /febbraio /2011 13:37

La pittura inglese dell'800 che si appassiona all'arte italiana, dal Medioevo alla Rinascenza, e la pittura italiana che, verso la fine del secolo, proprio attraverso le suggestioni vittoriane riscopre gli antichi maestri: è un meraviglioso gioco di specchi la bella mostra "Dante Gabriel Rossetti-Edward Burne Jones e il mito dell'Italia nell'Inghilterra vittoriana", allestita – a 25 anni dalla fortunata retrospettiva dedicata a Burne-Jones – alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Esposte oltre cento opere, tra cui anche capolavori di Giotto, Tintoretto, Tiziano, Sebastiano del Piombo, Veronese, artefici dei modelli che tanto influenzarono i movimenti pittorici d'Oltremanica.

L'importante rassegna, che fino al 12 giugno condivide gli spazi della Gnam con una strepitosa selezione di arte italiana del secondo '900 (con opere di Burri, Fontana, Afro, Leoncillo, Capogrossi, Consagra e altri ancora), è stata curata da Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone e ha richiesto un intenso lavoro, trattative complesse e delicate con i musei prestatori, tra i più prestigiosi (tra cui Uffizi, Capodimonte, Horne, Tate, National Gallery di Edimburgo), nonché quelli provenienti dalle maggiori collezioni private britanniche.

In un primo tempo rimandata proprio per questo tipo di difficoltà, la mostra ha visto via via arricchirsi il progetto espositivo per raccontare in modo approfondito quel rapporto di fascinazione fra l'arte inglese del XIX secolo e la cultura artistica italiana (dal gusto dei primitivi al pieno 500), partendo dai paesaggi di ispirazione italiana di William Turner, attraverso gli studi di John Ruskin su cicli pittorici, monumenti e architetture. La passione per l'Italia ha un complesso fondamento critico in una serie di studi, nelle letture del Rinascimento italiano da parte di Swinburne, ai saggi di Walter Pater: testi che incisero profondamente nel diffondersi di un preciso orientamento su un cenacolo di artisti, letterati, critici, intellettuali.

Il nucleo principale della rassegna è quello che comprende i cosiddetti "preraffaelliti", ovvero Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris e indaga la particolare declinazione del classicismo nell'ambito della Royal Academy, operata da artisti come Frederic Leighton e da rappresentanti della cultura estetica e simbolista come Albert Moore, George F. Watts e John William Waterhouse.

Il mito dell'Italia che scaturisce dai capolavori di Turner, che immortalano sul filo dell'astrazione i baluginii della laguna o l'Arco di Costantino, diventa tutt'uno con con il tema della bellezza, impersonata dalle Beatrici, Pandore, Lucrezie, Nausiche. Mogli, modelle, amanti capaci di rappresentare sulla tela un oggetto del desiderio trasfigurato, e trasportato nelle cornici sempiterne del mito.

E se la diffusione del gusto dei primitivi italiani viene documentato attraverso una selezione di cromolitografie dell'Arundel Society, incisioni di Carlo Lasinio e William Young Ottley, una straordinaria selezione di capolavori tra 400 e 500 illustra invece i modelli di riferimento degli artisti inglesi. Per fare scoperte incredibili, come la predilezione di Tintoretto su Tiziano, di Bernardino Luini su Leonardo da Vinci, mentre i capolavori di Giotto, Botticelli, Veronese tornano a influenzare la pittura italiana tra 800 e 900 di Previati, Sartorio, De Carolis proprio attraverso la rielaborazione di preraffaelliti e simbolisti e il loro recupero della tradizione rinascimentale quale matrice culturale e ideologica dell'identità del Bel Paese.

 

Una "Confraternita" della bellezza

La Confraternitadei Preraffaelliti ha stretto assieme alcuni dei più abili esponenti della pittura vittoriana: Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris, Edward Burne-Jones e, più tardi, John William Waterhouse.

Il loro nomeè motivato dal chiaro rifiuto di ogni accademicità e, piuttosto, dalla dichiarata ispirazione nei pittori italiani precendenti a Raffaello.

Tra i temi preferitigli episodi mitologici, gli episodi della Bibbia, il ciclo arturiano e anche figure storiche del primo Rinascimento (Beatrice, Lucrezia Tornabuoni, Pia de' Tolomei), le figure shakespeariane (soprattutto dal "Re Lear", dal "Macbeth" e dall' "Amleto", soprattutto Ofelia).

Raggiunserol'apice della loro fortuna critica con John Ruskin che nel 1851 scrisse due appassionate elegie dei dipinti dei Preraffaelliti. ( Fonte: www.gazzettadelsud.it)

Autore: Nicoletta Castagni

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